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Millennials.coop
23
Ott

Braccia prestate all’agricoltura

Ci sono nuove braccia prestate all’agricoltura. Giovani braccia. Secondo una recente ricerca realizzata da Unioncamere sono poco meno di 57mila le imprese agricole e dell’industria alimentare guidate da under 35, il 6,8% in più del 2016. Del resto politiche nazionali e comunitarie, da tempo propongono sgravi fiscalimutui a tassi agevolati e le Regioni come l’Emilia-Romagna non lesinano finanziamenti per l’insediamento di giovani in agricoltura o per l’ammodernamento delle loro aziende

Questi giovani agricoltori usano una mano per la zappa e l’altra per il tablet e propongono innanzitutto innovazione, per la quale hanno maggiore predisposizione rispetto ai loro padri e nonni.
Un esempio avanzato di quello che si muove nel mondo rurale è Rural Hub il “primo hackerspace italiano che mette in connessione e consente lo scambio e la condivisione tra persone, idee, tecnologie e progetti dell’innovazione sociale applicata alla ruralità”. In due parole un mix tra coworking e incubatore d’impresa verticalizzato sul settore agricoltura.
Insomma, il pollice verde dei Millennials si sta progressivamente affermando e vede affacciarsi nuovi imprenditori con una propensione all’innovazione che li porta a ripensare i prodotti e i processi, a guardare alla sostenibilità per produrre valore condiviso.
E’ il caso di Marianna Palella, giovanissima amministratrice delegata di Citrus una start up nata nel 2013 a Cesena, ma ormai lanciatissima sul mercato italiano con una proposta che coniuga sostenibilità, biologico e valorizzazione dei piccoli produttori locali del sud Italia.

La proposta di Citrus contiene una sfida nella sfida che rende il loro posizionamento originale in un mercato fin troppo presidiato. Ecco che, la ricerca e riproposizione di varietà dimenticate, aiuta la biodiversità del nostro Paese e contribuisce a differenziarli. Ad esempio con il bergamotto, agrume quasi dimenticato ricco di flavonoidi, molecole antinfiammatorie note per la loro azione positiva sul sistema cardiovascolare e la regolazione del colesterolo e come potenziale antitumorale. Il risultato è un’attività che fa utili importanti, in parte redistibuiti per favorire la ricerca: «abbiamo riconosciuto alla Fondazione Umberto Veronesi una borsa annuale per sostenere l’attività di un ricercatore scientifico» dice Marianna con orgoglio.

E se Citrus si avvale della grande distribuzione per raggiungere i suoi consumatori, molti giovani agricoltori saltano la Gdo arrivando direttamente al consumatore con la vendita diretta o con l’e-commerce spiega Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti.

Oggi l’impresa giovanile rappresenta il 7% del sistema produttivo agroalimentare ma potrebbe crescere ancora di più soprattutto se i suoi giovani protagonisti sapranno inventare un’agricoltura peer to peer, capace di parlare ai loro pari: millennials e generazione z. Due generazioni che, stando a una recente ricerca presentata da PWC all’ultimo G7 dell’agricoltura,  preferiscono ancora per i loro acquisti il negozio fisico, ma con lo smartphone sempre a portata di mano, per farsi ispirare prima dell’acquisto.

Due generazioni che forse avrebbero bisogno di tanta formazione e di un “reddito di contadinanza”  per dirla con le parole contenute nel recente appello di Susanna Tamaro e Andrea Segrè ai Ministri Martina e Fedeli.

E in attesa dell’imminente inaugurazione di Fico, il grande Parco Agroalimentare che aprirà i battenti a Bologna il prossimo 15 novembre, la città conosciuta da tempo come “la grassa”, comincia a interrogarsi su quanta giustizia e ingiustizia passa dal cibo.

E nell’era del “cibo raccontato” spunta una domanda sfidante: mangiamo per vivere o viviamo per mangiare?

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