Le competenze di domani
Quali saranno le competenze di domani? Quali saranno i profili professionali in grado di garantire lavoro? Quale sarà il mix ideale di soft e hard skills del lavoratore del futuro? Sono domande cogenti che saranno affrontate nel corso di ExpoTraining la due giorni full immersion che apre i battenti oggi a Milano. Lo scenario delle professioni è in grande evoluzione vista l’obsolescenza delle competenze impressa dall’accelerazione tecnologica e dai processi produttivi. Secondo il presidente di Expotraining Carlo Barberis tra pochi anni “una parte significativa delle nostre imprese, soprattutto delle Pmi, sarà fuori mercato e rischierà di morire. Per questo serve mettere la formazione professionale continua tra le priorità nazionali, e non considerarla solo un optional”. Nei prossimi cinque anni da oggi, il 40% delle attuali competenze dei lavoratori italiani sarà inadeguato per affrontare le sfide dell’industria 4.0, della robotica e dell’intelligenza artificiale, ecco perché la formazione sta diventando ormai una leva fondamentale non solo per la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze del management ma dell’intero sistema produttivo del nostro Paese.
Ormai è quasi un luogo comune dire che molte delle attuali professioni fra 10 anni scompariranno. Più delicato e difficile è invece individuare il nuovo skillset della forza lavoro del futuro. E qui non mancano le sorprese perché accanto agli economisti, i tecnici e gli scienziati le imprese del futuro avranno bisogno anche di competenze umanistiche, letterati, giornalisti, filosofi, psicologi, sociologi. Profili in grado di produrre idee e contenuti per raccontare aziende sempre più liquide e in trasformazione. Profili multidisciplinari capaci di dialogare con la tecnica attraverso un approccio creativo. La creatività è infatti la competenza in grande ascesa secondo i dati dell’Osservatorio Expotraining che mettono a confronto le competenze del 2015 con quelle necessarie nel 2020. A secondo posto nella “classifica” delle competenze troviamo il pensiero critico e in cima la capacità di risolvere problemi complessi, quel problem solving che secondo il recente rapporto Ocse sulle competenze, rimane uno dei punti di forza del nostro Paese, insieme a tante debolezze.