Neet sotto la lente
Crescono i Neet (Not in Education, Employment or Training) in Italia e peggio di noi c’è solo la Turchia. Dopo i dati di qualche mese fa diramati dalla Commissione Europea arrivano quelli del rapporto Ocse ‘Uno sguardo sull’istruzione 2017’ e sono allarmanti: più di un giovane su quattro, tra i 15 e i 19 anni, in Italia non è occupato o non frequenta un corso di formazione. E’ il 26%, contro una media Ocse del 14%. Le regioni che in Italia guidano questo triste primato sono nel sud: Campania, Calabria e Sicilia dove si raggiungono punte superiori al 35%.
Altro dato a destare preoccupazione è quello, molto basso, relativo alla spesa pubblica per l’istruzione diminuita tra il 2010 e il 2014 del 9% per attestarsi su un 7,1% della spesa delle amministrazioni pubbliche al ciclo compreso tra la scuola primaria e l’università.
Si tratta di un tema molto dibattuto e analizzato anche in ambito sindacale dove si è rilevata la vulnerabilità connesse alla trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze.
Secondo lo studio uscito su Rassegna Sindacale il rischio di entrare nella condizione Neet cresce scendendo i gradini della stratificazione sociale. Che detto in altre parole vuol dire che se la tua famiglia d’origine ha pochi mezzi difficilmente “l’ascensore sociale” arriverà a salvarti.
Altre considerazioni in tal senso arriveranno sicuramente dal Convegno internazionale sui Neet organizzato dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori e Fondazione Cariplo di in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore in programma oggi 1 dicembre a Milano.